29 aprile 2021, THE TABLET
I giovani disertano la Chiesa dopo la sentenza circa la benedizione delle unioni omosessuali
di Sarah Mac Donald [www.thetablet.co.uk]
Traduzione non rivista dell’Autore di Stefano Buttinoni
Il Vescovo di Anversa Johan Bonny ha rivelato che ben 700 persone, per lo più giovani, nelle due settimane successive alla pubblicazione del Responsum circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede (da qui in poi CDF), nella diocesi di Anversa hanno formalmente lasciato la Chiesa cattolica.
Il vescovo, intervistato dal corrispondente da Roma di The Tablet Christopher Lamb, ha parlato del "drammatico" contraccolpo "prevalentemente tra le persone eterosessuali" che hanno visto il documento vaticano come "un passo eccessivo".
Nel webinar, diretto da The Tablet, ha detto che nelle diocesi fiamminghe del Belgio (territorio tradizionalmente fortemente cattolico) ben 2.000 persone hanno cancellato le loro registrazioni battesimali.
Criticando la mancanza di consultazione con i vescovi e i dipartimenti vaticani responsabili della vita familiare prima della pubblicazione, il vescovo Bonny, teologo che ha lavorato nell'ufficio per l'unità dei cristiani in Vaticano, ha anche criticato la "debolezza teologica" del documento e l'incapacità di riflettere l’attuale sviluppo della teologia biblica, della teologia sacramentale e della teologia morale. Ha detto: "È come se fosse stato scritto ai tempi di Pio XII".
Ma il prezzo di tutto questo, ha sottolineato, è stata la perdita di fede dei membri della Chiesa. "Non si tratta di principi o di teorie, qui si tratta di persone reali e questa è la mia preoccupazione. Questa è responsabilità nostra davanti a Dio nostro Padre”.
La CDF, in quanto importante congregazione in Vaticano, ha detto che dovrebbe essere "al vertice della cultura biblica e teologica e non sotto un livello di qualità ordinaria". Ha anche notato che il documento non tiene conto di ciò che le scienze umane dicono sulla sessualità e sugli sviluppi nella società civile: molti paesi hanno legalizzato il matrimonio o l'unione civile per le coppie LGBT e questo fa ormai parte dell'esperienza di molte famiglie cattoliche.
Il vescovo Bonny, che ha partecipato ai sinodi sulla famiglia a Roma e ha chiesto alla Chiesa la possibilità di offrire benedizioni alle coppie dello stesso sesso; ha chiesto come la Chiesa possa andare avanti su questioni così delicate senza collegialità sinodale e si è rammaricato che "non c'era quasi nulla di tutto questo nel Responsum”.
Inoltre ha affermato che [il Responsum] "non è affatto in sintonia con Amoris Laetitia", e ha aggiunto che l'esortazione apostolica post-sinodale sottolineava di guardare agli elementi positivi e di non condannare le persone prima di aver parlato con loro. Ricorda che i tre verbi principali in Amoris Laetitia sono ‘accompagnare’, ‘integrare’ e ‘discernere’.
Fa notare che il Responsum cita un paragrafo di Amoris Laetitia preso dal Catechismo della Chiesa Cattolica nel quale si dice che non c'è somiglianza tra un matrimonio tra un uomo e una donna e un matrimonio omosessuale. Ma “già nel sinodo si diceva che questo non è vero. Ci sono molte invece somiglianze. Nessuno dice che è lo stesso, non è lo stesso e ci sono davvero grandi differenze. Ma dire che non ci sono somiglianze o analogie possibili, nemmeno minime, è falso. Quindi, sta ripetendo qualcosa che tutti sanno che è falso".
Il Prelato belga ha aggiunto: "Quello che proponiamo qui è di non estendere [il concetto] di matrimonio sacramentale", ma ha proseguito: “ci sono diversi modi per amarsi e prendersi cura gli uni degli altri e assumersi le proprie responsabilità nella Chiesa e nella società. Quindi non dovrebbero essere tutti uguali, ci sono differenze. Ma ci sono davvero tante possibilità che provengono dalla Scrittura e dalla tradizione della Chiesa, di camminare insieme alle persone, di portarle davanti a Dio e di chiedere per loro la benedizione di Dio".
Alla domanda sulla preoccupazione di Roma che la benedizione delle coppie dello stesso sesso possa essere vista come un'influenza sull'insegnamento della Chiesa circa il sacramento del matrimonio, il vescovo Bonny ha risposto: "Dovremmo evitare di eguagliare tutto, come se non importasse, come se tutto fosse uguale. La gente sa che non è tutto uguale! Ma non è una questione o di matrimonio sacramentale o niente". Ha suggerito che ci doveva essere più varietà e gradualità non solo nella coscienza, ma anche nei modi liturgici di esprimerla, muovendo nella direzione della pienezza del sacramento.
La studiosa americana di etica, la professoressa Lisa Cahill, che è J. Donald Monan Professor al Boston College e la cui ricerca si è concentrata sulla famiglia, sessualità e questioni etiche, ha detto che il Responsum "sembrava un insignificante contraccolpo e persino una regressione, in particolare alla luce di Amoris Laetitia, che dice con forza che anche le persone nelle cosiddette situazioni familiari irregolari sono ancora veicoli di grazia santificante”.
Notando che il Responsum sembrava una contraddizione di Amoris Laetitia, ha aggiunto: "Sembra un ultimo colpo contro una cultura in cambiamento, dove qualcuno avrebbe preferito preservare condizioni precedenti al Vaticano II".
La teologa suor Gemma Simmonds del Margaret Beaufort Institute di Cambridge ha detto di essere "sconcertata e delusa" dal Responsum. «Sono rimasta delusa, perché è chiaramente in contraddizione con quanto ha detto lo stesso papa Francesco e con tutto il suo approccio pastorale alla questione dell'attrazione per lo stesso sesso. Ho cercato nel documento qualche elemento di intesa pastorale o di missione pastorale per la Chiesa e non ne ho trovato nessuno. Mi chiedevo cosa fosse successo alla nostra comprensione del “Dio che è amore” e del “chiunque viva nell'amore, vive in Dio e Dio vive in lui”. Nel documento sembra essere del tutto assente».
La direttrice spirituale ed esperta di formazione pastorale ha anche detto di aver trovato “l'intera comprensione di cosa significhi effettivamente una benedizione e di cosa trasmetta, essere straordinariamente ristretta e al di là della mia comprensione. Dato che i preti e i vescovi di tutto il mondo hanno e continuano a benedire armi, testate nucleari, ogni sorta di cosa – chi ha il potere di benedire e cosa si intende per benedizione della casa di qualcuno [...] Quindi, allo stesso modo ero delusa e sconcertata da quale fosse lo scopo teologico di un’affermazione così".
Alla domanda sul suggerimento del gesuita padre James Martin di riformulare il Catechismo per sostituire il termine "oggettivamente disordinato" con "diversamente ordinato", il sacerdote e teologo padre James Alison, che ha scritto ampiamente sulle questioni LGBT, ha detto che "diversamente ordinato va bene". “La domanda è: quali sono le conseguenze morali? Se dici che le persone sono ordinate in modo diverso, in quel caso, le loro azioni sarebbero buone o cattive a seconda delle circostanze, piuttosto che intrinsecamente cattive. Penso che questo significhi concedere effettivamente ciò che la CDF ha negato dal 1975, ovvero che lo stesso orientamento sessuale è una cosa positiva. Hanno invece scelto di definirlo rigorosamente come una cosa negativa, al fine di preservare il male intrinseco dell'atto”.
Della necessità di un cambiamento nella teologia morale da parte della CDF, p. Allison ha affermato: "Sì, un semplice riconoscimento dell'esistenza di orientamenti sessuali [differenti], sarebbe già un ottimo inizio".
Sulla "Dichiarazione su alcune questioni riguardanti l'etica sessuale" della CDF del 1975, la professoressa Lisa Cahill ha osservato che il dicastero vaticano aveva già distinto tra orientamento e atti e aveva già affermato che l'orientamento in sé non è peccaminoso.
"Sulla questione più ampia di cambiare le terminologie nella teologia morale, non sono in disaccordo con il termine [di James] Martin di 'diversamente ordinato', ma penso che sia un errore continuare a cercare di elaborare la realtà delle coppie dello stesso sesso, gay, persone lesbiche, etc... all'interno di questa vecchia terminologia solo preoccupata di legare ciascuno a definizioni molto accurate, così da saper esattamente dove mettere ognuno e come stabilire dei limiti intorno a ciascuno di loro. Vedo che Amoris Laetitia sta facendo qualcosa di veramente diverso".
Il vescovo Bonny ha detto che vorrebbe che la Chiesa fosse come una famiglia in cui tutti sono riuniti. Paragonando il suo ruolo all'interno di questa famiglia a quello di un nonno, ha detto: “Per me, come vescovo, non dico di essere d'accordo con tutto, o che trovo tutto giusto, ma sono miei e io devo essere lì per loro. È mia responsabilità farli sentire parte di questa famiglia che è la Chiesa, non solo accogliendoli in modo passivo, ma anche dando loro responsabilità in modo attivo per renderli insieme corresponsabili di quanto sta accadendo a la Chiesa”. “Ci sono modi per farlo più o meno in modo liturgico. Ci sono! E dobbiamo lavorare con attenzione su questo. Ma per essere in grado di lavorare su questi temi, dobbiamo prima essere aperti a discuterne, non ignorarli, non metterli alla porta".
Il vescovo di Anversa ha anche detto che il catechismo della Chiesa può cambiare. “È stato scritto 30 anni fa e ci sono aree, come quella di cui stiamo discutendo, in cui la società, la cultura, la teologia morale si sono sviluppate rapidamente e radicalmente negli ultimi 20-30 anni. Il Catechismo non è di diritto divino, può essere modificato dal Papa. Papa Benedetto ha cambiato alcuni paragrafi del Catechismo". “Il Catechismo può cambiare proprio come il diritto canonico. Vari canoni di diritto canonico furono modificati. Si pensi [ad esempio] alla questione dell'abuso sessuale. Il diritto canonico è stato modificato in base a ciò di cui ora abbiamo bisogno, per ripulire quella sporca questione. Il Catechismo è un libro aperto alla storicità e al progresso. Penso che ci siano paragrafi che in modo collegiale potrebbero essere modificati per il meglio della Chiesa e per il meglio del lavoro pastorale che dobbiamo fare".
Suor Gemma Simmons ha anche notato che nel Catechismo stesso, quando si parla del fatto che molte persone nascono con una comprensione in via di sviluppo di se stesse attratte dallo stesso sesso, dice che è un mistero. “Anche il Catechismo riconosce che noi esseri umani siamo un mistero a noi stessi e non capiamo tutto di noi stessi e la nostra comprensione dell'antropologia umana si sta dispiegando. Pertanto, mi sembra che qualsiasi approccio pastorale – degno di questo nome – debba avere al suo interno quella comprensione pastorale che si dispiega del fatto che ci spostiamo e ci muoviamo e cresciamo, e come il tempo e la conoscenza in varie aree, sia scientifiche che teologiche, si sviluppa, troviamo un nuovo linguaggio, troviamo un nuovo modo di poter comprendere il mistero che siamo per noi stessi".
Notando che in “Fratelli tutti” papa Francesco parla della necessità di sviluppare una cultura dell'incontro, suor Simmons ha chiesto: “Dove quel senso di bisogno di cultura dell'incontro è presente nel Responsum perché, mi sembra, ciò che presenta è proprio una cultura del rifiuto di incontrare una realtà umana, il nostro mistero umano. E quando incontriamo l'altro in quel mistero, dobbiamo essere aperti alla verità di come vedono e comprendono se stessi".
Riprendendo l’affermazione del vescovo Bonny sulla perdita di centinaia di giovani a causa del Responsum, la religiosa della Congregazione di Gesù ha detto: "Stiamo perdendo persone nella Chiesa. Stiamo sanguinando: donne se ne vanno via. Stiamo sanguinando: giovani [se ne vanno]. Stiamo sanguinando: persone anziane che scoprono che la realtà in cui vivono non trova più una risposta all'interno della Chiesa con accettazione e benedizione".
Ha concluso: la più grande domanda pastorale è: “come aiutiamo le persone a crescere nella Grazia? Come ci aiutiamo a vicenda, tutti peccatori, a crescere nella Grazia? Non lo facciamo sbattendoci la porta in faccia".
---------
29 APRIL 2021, THE TABLET
Young people desert Church after same-sex ruling
by Sarah Mac Donald (all right reseved)
As many as 700 mainly young people formally left the Catholic Church in the Diocese of Antwerp in the two weeks following the Congregation for the Doctrine of Faith’s publication of its Responsum barring the blessing of same sex unions, Bishop of Antwerp Johan Bonny has revealed.
The bishop, interviewed by The Tablet Rome correspondent Christopher Lamb, spoke about the “dramatic” backlash among “mainly straight people” who saw the Vatican document as “a step too far” during a discussion about the Church’s ministry to LGBT Catholics and same-sex couples.
In the webinar, hosted by The Tablet, he said that as many as 2,000 people had cancelled their baptismal registrations in the Flemish dioceses in Belgium, a traditionally strongly Catholic country.
Criticising the lack of consultation with bishops and Vatican departments with responsibility for family life ahead of publication, Bishop Bonny, a theologian who worked in the Christian unity office in the Vatican, also hit out at the document’s “theological weakness” and failure to reflect the developments in biblical theology, sacramental theology and moral theology. “It’s as if it was written in the time of Pius XII,” he said.
But the practical cost of this, he underlined, was the loss to the faith of Church members. “It’s not about principles or theories – it is about real people and that is my concern. That is our responsibility in front of God our Father,” he said.
The CDF, as an important congregation in the Vatican, he said, should be “at the top of biblical and theological scholarship, and not behind an ordinary level of quality”. He also noted the document’s failure to take into account what the human sciences are saying about sexuality and developments in civil society, as many countries have legalised marriage or civil partnership for LGBT couples and this was now part of the experience of many catholic families.
Bishop Bonny, who attended the family synods in Rome and has called for the Church to offer blessings to same-sex couples, asked how the Church can move ahead on such delicate questions without synodal collegiality and regretted that “there was hardly anything of that around” the Responsum.
“It’s not in tune with Amoris Laetitia at all,” he stated and added that the post-synodal apostolic exhortation emphasised looking to the positive elements and not condemning people before you talk to them. The three main verbs in Amoris Laetitia are, he said, to accompany, to integrate, and to discern.
He noted that the Responsum had quoted one paragraph in Amoris Laetitia from the Catechism of the Catholic Church which says there is no similarity between a marriage between a man and a woman and a homosexual marriage.
“Already in the synod, it was said that this is not true. There are plenty of similarities. Nobody says it is the same, it is not the same. And there are indeed major differences. But to say that there are no possible similarities or analogies, not even the slightest, it’s not true. So, it's repeating something that everybody knows is not true.”
The Belgian prelate added: “What we propose here is not to extend sacramental marriage.” He went on: “There are different ways of loving and taking care of one another and taking up your responsibility in the Church and in society. So not all should be the same, there are differences. But there are so many possibilities that are coming from the Scripture and from the tradition of the Church, to walk together with people, to bring it before God and to ask God’s blessing on it.”
Asked about Rome’s concern that the blessing of same sex couples would be seen as affecting the Church's teaching on the sacrament of marriage, Bishop Bonny said, “We should avoid equalizing everything, as if it doesn’t matter, as if all is the same. People know that not all is the same. But it is not a question of sacramental marriage or nothing.” He suggested that there had to be more variety and graduality not only in consciousness but also in liturgical ways of expressing that, building towards the fullness of the sacraments.
American ethicist, Professor Lisa Cahill, who is J. Donald Monan Professor at Boston College and whose research has focused on family, sexuality and ethical issues said the Responsum “seemed like an irrelevant backlash and even regression, particularly in light of Amoris Laetitia, which says very strongly that even people in so-called irregular family situations are still vehicles of sanctifying grace”.
Noting that Responsum seemed a contradiction to Amoris Laetitia, she added, “It seemed like one last strike against a changing culture which certain elements would rather preserve in pre-Vatican II condition.”
Theologian Sr Gemma Simmonds of the Margaret Beaufort Institute in Cambridge said she was both “baffled and disappointed” by the Responsum.
“I was disappointed because it is so much in contradiction to what Pope Francis himself said, and his whole pastoral approach to the issue of same sex attraction. I looked in the document for some element of a pastoral understanding or for the Church’s pastoral mission and I found none. I wondered what had happened to our understanding that God is love. And anyone who lives in love, lives in God, and God lives in them. That seemed to be entirely absent from the document.”
The spiritual director and expert in pastoral formation also said she found “the whole understanding of what a blessing actually means, and what it conveys, to be extraordinarily narrow and beyond my understanding. Given that priests and bishops across the world have and continue to bless weapons, nuclear warheads, all sorts of things - who has the power to bless and what do we mean by the blessing of someone’s house… So, in the same way that I was disappointed by it, I was also baffled at what the theological purpose of this statement was.”
Asked about Jesuit Fr James Martin’s suggestion that the Catechism be reworded to replace the term “objectively disordered” to “differently ordered”, priest and theologian Fr James Alison, who has written widely on LGBT issues, said “differently ordered is fine”.
“The question is, what are the moral consequences? If you say people are differently ordered, in that case, then their acts would be good or bad according to circumstances, rather than intrinsically bad. And I think that means conceding effectively what the CDF has denied since 1975, which is that the same sex orientation is a positive thing. They have chosen to define it rigorously as a negative thing, in order to preserve the intrinsic evil of the act.”
Of the need for a shift in moral theology by the CDF, Fr Allison stated, “Yes – a simple recognition that the existence of sexual orientation would be a great start.”
On the CDF’s 1975 ‘Declaration on Certain Questions Concerning Sexual Ethics’, Professor Lisa Cahill noted that the Vatican dicastery did distinguish between orientation and acts and said that the orientation is not sinful.
“But on a larger issue of changing the terminology of moral theology, I don't disagree with [James] Martin’s term ‘differently ordered’ but I think it’s a mistake to keep trying to work out the reality of same sex couples or gay and lesbian people within this older terminology that is so concerned about tying everyone down into very careful definitions, so we know exactly where to put everyone and how to set boundaries around them. I see Amoris Laetitia as doing something really different.”
For Bishop Bonny, he said he would like the Church to be like a family in which everyone is brought together. Likening his role within that family to a grandfather, he said, “For me, as a bishop, I do not say I agree with everything, or that I find it nice, but they are mine and I should be there for them. And it's my responsibility to make them feel part of that family that is the Church, not only by welcoming them in a passive way, but also by giving them a responsibility in an active way to make them together co-responsible for what is happening in the Church.”
“Are there ways to do it more or less in a liturgical way - there are; and we have to work carefully on that. But to be able to work on that we first have to be open to discussing it, not ignore it – not put it away.”
The Bishop of Antwerp also said the Church’s catechism can change.
“It was written 30 years ago and there are areas, like the one we are discussing, in which society, culture, moral theology developed fast and radically in the last 20-30 years. The Catechism is not of divine right, it can be changed by the Pope. Pope Benedict changed some paragraphs in the Catechism.”
“The Catechism can change just like canon law. A number of canons of canon law were changed. Think of the question of sexual abuse. Canon law has been changed according to what we now need to clean up that dirty question. The Catechism is a book that is open to historicity and progress. I think there are paragraphs, which in a collegial way, could be changed for the best of the Church and for the best of our pastoral work we have to do.”
Sr Gemma Simmons also noted that in the Catechism itself, when talking about the fact that many people are born with a developing understanding of themselves as same sex attracted, says it’s a mystery.
“Even the Catechism acknowledges that we human beings are a mystery to ourselves and we don't understand everything about ourselves and our understanding of human anthropology is unfolding. Therefore, it seems to me that any pastoral approach worth its name, has to have within it that unfolding pastoral understanding of the fact that we shift and we move and we grow, and as time and knowledge in various areas, both scientific and theological, develops, we find a new language, we find a new way of being able to understand the mystery that we are to ourselves.”
Noting that in Fratelli Tutti Pope Francis talks about the need to develop a culture of encounter, Sr Simmons asked, “Where that sense of a need for a culture of encounter is present in the Responsum because it seems to me, what it’s representing is precisely a culture of refusal to encounter a human reality, our human mystery. And when we encounter the other in that mystery, we need to be open to the truth of how they see and understand themselves.”
Responding to Bishop Bonny’s revelation of the loss of hundreds of young people to the Church over the Responsum, the Congregation of Jesus Sister said, “We are losing people in the Church. We are bleeding women who were walking away, we are bleeding young people, and we are bleeding older people who find that the reality in which they live no longer finds a response within the church of acceptance and blessing.”
She said the biggest pastoral question is “how do we help people to grow in grace? How do we help each other, all of us as sinners, to grow in grace? We don’t do that by slamming the door in one another’s face.”