Questa mia Lettera parla della vita. Della mia, della tua. Non in senso vitalistico o banale, ma della “vita secondo lo Spirito” nelle persone povere e mortali come me e te. Questa lettera nasce dallo stravolgimento radicale e profondo, maturato e verificato nell’intero percorso che in questi anni le gioie e i dolori mi hanno imposto di fare. Non viene da un pio desiderio di pace, dalla fuga dal reale per il mistico, dalla evanescenza dell'ignoto reso icona di Dio, non è la sublimazione del dolore. Mi raggiunge invece dalla durezza del “percorso esigente” che impone l'impatto con la morte. Morte e vita a duello fuori e dentro di me. Senso e non senso. Rabbia e frustrazione. Questa lettera contiene una sola convinzione, frutto maturo della lotta del pensiero che lascia spazio alla possibilità che tutto abbia un senso, che tutto possa essere Grazia.

Questa la convinzione: lo Spirito c’è! C’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli dietro. Anche oggi come al tempo di Gesù e degli Apostoli, c’è e non si è mai perso d’animo rispetto al nostro tempo o davanti alla morte; al contrario lo Spirito di Dio ci sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove mai lo avremmo immaginato. Cristo ha solcato il mare del silenzio e della morte, del non senso e dell'insulto alla vita che la morte è. La morte è “la” bestemmia contro Dio. Ma Cristo si è fatto bestemmia perché noi proprio là dove non penseremmo di trovare Dio, dove dichiareremmo la sua morte e la sua totale sconfitta e inefficacia, troviamo il volto di Cristo.

Dentro nella crisi nodale della vita - che è la perdita del senso della vita stessa - lo Spirito sta giocando, nell’invisibilità e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa.

Questa convinzione ha bisogno di cercatori come me e te. Solo se hai il coraggio di stare alle porte del sepolcro gridando al Cielo il tuo dolore senza cedere alla sarcastica risata della morte, trovi le bende macchiate del sangue di Colui che ha vinto la morte con la fiducia nel senso, di Colui che ha avuto fiducia in Dio.

Martina è viva se ti fidi di Dio. Altrimenti è solo e semplicemente morta e tu con lei.

Martina è viva perché Cristo è vivo nella morte. La sua Risurrezione è la mia vita eterna.

La sua Risurrezione è in questi occhi che mi guardano interrogativi: “vuoi che io viva ancora e per sempre? Credi in Lui”.

Danza la vita, danza con tutte le tue forze. Continua a danzare anche se hai mani e piedi legati, anche se sei trafitto dai chiodi, anche se tutto ti direbbe di smettere. Non lasciare che la morte entri dentro di te, che si impossessi del tuo cuore, della tua mente, dei tuoi sentimenti verso Dio. Danza e non lasciare spazio al sospetto verso Dio. Danza! Danza la vita perché lo Spirito sta giocando, nell’invisibilità e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa”.

Grazie per chi non ha mai smesso di danzare. Grazie per chi non smetterà.